Il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia ritiene che la “riforma” della giustizia presentata dal ministro Nordio, lungi dal risolvere gli annosi problemi strutturali che determinano la lentezza dei processi, rappresenti in realtà un pericoloso tentativo di minare ulteriormente l’indipendenza della magistratura, fondamentale architrave della Costituzione repubblicana. Tale pericoloso disegno riceve oggi attuazione colla cosiddetta separazione delle carriere, anticamera della subordinazione totale della giustizia alla politica, obiettivo da tempo perseguito da chi vuole sottrarre il proprio operato ad ogni controllo e quindi trama contro la democrazia costituzionale per legittimare pienamente ogni arbitrio. Come avvocati e giuristi impegnati nella difesa dei più deboli e nella tutela dei diritti e conflitti sociali siamo fortemente consapevoli della necessità di una magistratura indipendente sensibile ai valori costituzionali e non ai comandi di governo e padroni.