CENTRO DI RICERCA ED ELABORAZIONE PER LA DEMOCRAZIA | GRUPPO DI INTERVENTO GIURIDICO INTERNAZIONALE

Comunicato dell’Associazione internazionale dei giuristi democratici sull’aggressione israeliana all’Iran

Il Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia (CRED) condivide e rilancia la seguente dichiarazione dell’Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici (IADL), di cui fa parte, sull’aggressione israeliana contro l’Iran.

Dichiarazione urgente dell’IADL che condanna l’illegale aggressione israeliana contro l’Iran e mette in guardia da un’ulteriore escalation da parte degli Stati Uniti

 

L’Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici (IADL) condanna nei termini più decisi l’illegale aggressione perpetrata da Israele contro la Repubblica Islamica dell’Iran, che ha finora incluso l’assassinio di dirigenti, scienziati e professori, il bombardamento di siti per lo sviluppo nucleare e il colpire una vasta gamma di infrastrutture civili, tra cui edifici residenziali, dormitori universitari, studi radio-televisivi, ospedali e piattaforme petrolifere. Quest’aggressione viola chiaramente il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, compromettendo la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati, i principi di buon vicinato e la risoluzione pacifica delle controversie.

Ribadiamo il diritto legittimo dell’Iran, in quanto nazione sovrana, di difendersi da questa aggressione non provocata, così come il suo diritto allo sviluppo, compreso quello dell’energia nucleare a fini civili. Sollecitiamo tutti gli Stati ad agire per chiamare Israele a rispondere di questa aggressione illegale, così come del genocidio in corso nei territori palestinesi occupati, in particolare a Gaza, e della persistente aggressione contro Libano, Yemen e Siria, a partire da un immediato embargo sulle armi e dal ritiro dei propri ambasciatori da Israele. Per garantire pace e sicurezza nella regione, è essenziale ritenere Israele e i suoi vertici politici e militari responsabili delle proprie azioni.

Siamo particolarmente allarmati dalle dichiarazioni del ministro della guerra israeliano Israel Katz, secondo il quale “i residenti di Teheran pagheranno il prezzo”, pronunciate un giorno prima che il presidente statunitense Donald Trump invitasse “tutti” – oltre 9 milioni di persone – a “evacuare” la capitale iraniana. Entrambe le affermazioni indicano chiaramente un piano deliberato per colpire la popolazione civile iraniana, e almeno 220 civili iraniani sono già stati uccisi. Trump ha aggravato ulteriormente la sua posizione chiedendo, nelle ultime ore, la “resa incondizionata” dell’Iran, mentre gran parte dei media elude completamente il fatto che si tratti di un’aggressione gravemente illegale e di un crimine contro l’umanità.

Questa aggressione illegale da parte di Israele e la continua minaccia statunitense rappresentano una dichiarazione di guerra contro uno Stato sovrano, in violazione dell’articolo 2.4 della Carta ONU, che vieta sia l’uso sia la minaccia dell’uso della forza contro l’integrità territoriale di qualsiasi Stato.

L’aggressione solleva gravi interrogativi anche sul ruolo delle istituzioni internazionali, in particolare dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Nonostante una lunga storia di cooperazione dell’Iran con l’AIEA e la sua adesione al Trattato di Non Proliferazione (TNP), l’AIEA ha adottato una risoluzione il 13 giugno – poche ore prima dell’aggressione israeliana – che mette in dubbio la conformità dell’Iran. Tale atto, lungi dal rappresentare la funzione di un’agenzia volta a garantire lo sviluppo pacifico del nucleare, ha invece offerto un pretesto all’aggressione israeliana contro siti di ricerca nucleare e figure scientifiche e civili. Un tradimento delle finalità dichiarate dell’AIEA, soprattutto se si considera che Israele è una potenza nucleare “non dichiarata”, non aderente al TNP.

Nel mezzo di questa aggressione, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu – ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra – ha invocato il cambio di regime in Iran, mentre funzionari israeliani e ora anche statunitensi hanno diffuso minacce di assassinio contro la Guida Suprema dell’Iran, Sayyed Ali Khamenei. Ogni tentativo di imporre un “cambio di regime” è una violazione della sovranità, dell’autodeterminazione e del diritto allo sviluppo dell’Iran. Le violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani sono evidenti e sistematiche.

Gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo particolarmente pericoloso, fingendo di condurre negoziati di pace e su un accordo nucleare mentre erano al corrente dei piani israeliani di attacco. Questa manovra sembra avere avuto lo scopo di indebolire le difese iraniane, facilitando gli attacchi contro scienziati, esperti, e dirigenti politici e militari.

Tale inganno si inserisce nella lunga storia di attacchi imperialisti statunitensi contro l’Iran: dal colpo di Stato della CIA del 1953 contro il Presidente democraticamente eletto Mohammed Mossadegh, agli omicidi mirati, alle campagne di sabotaggio, alle bombe, fino alle misure coercitive unilaterali illegali imposte da Stati Uniti ed Europa con l’obiettivo di ottenere un cambio di regime e minare lo sviluppo e la sovranità iraniana tramite fame e impoverimento. Fu proprio Washington a ritirarsi unilateralmente dal JCPOA, nonostante la piena conformità dell’Iran agli accordi.

Gli attacchi israeliani contro gli impianti di arricchimento dell’uranio iraniano sono crimini gravissimi, che espongono l’Iran e l’intera regione al rischio reale e immediato di radiazioni e contaminazioni nucleari. Tali atti violano gravemente il Diritto Internazionale Umanitario, in particolare l’articolo 56(1) del Protocollo aggiuntivo I del 1977 alla IV Convenzione di Ginevra, che vieta attacchi contro installazioni “che possono causare il rilascio di sostanze pericolose” con gravi danni per i civili.

In risposta all’illegale aggressione israeliana, la Repubblica Islamica dell’Iran ha esercitato, in conformità con l’articolo 51 della Carta ONU, il proprio diritto all’autodifesa, dopo aver mantenuto una estrema moderazione nonostante oltre un decennio di provocazioni, tra cui l’assassinio a Teheran, nel luglio 2024, di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, campagne di cyber-guerra, bombardamenti, operazioni di sabotaggio e l’attacco all’ambasciata iraniana a Damasco nell’aprile 2024.

Negli ultimi 20 mesi – dopo oltre 77 anni di occupazione e colonialismo in Palestina – Israele ha portato avanti un genocidio contro il popolo palestinese, in particolare nella Striscia di Gaza. Oltre 54.000 palestinesi sono stati uccisi, più di 2 milioni sfollati. Il Primo Ministro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant sono ricercati dalla CPI per crimini di guerra e contro l’umanità. Israele occupa ampie porzioni del territorio siriano, effettua incursioni illegali quotidiane in Libano e bombarda infrastrutture civili e petrolifere in Yemen.

Per contro, la Repubblica Islamica dell’Iran è stata un sostenitore costante della sovranità regionale, dello sviluppo indipendente e dell’autodeterminazione. È uno dei pochi Stati che ha agito nel rispetto della Convenzione sul Genocidio a sostegno del diritto del popolo palestinese alla difesa e all’autodeterminazione, sostenendo la lotta di liberazione nazionale palestinese sin dalla Rivoluzione del 1979, che rovesciò la monarchia filo-occidentale imposta dagli USA.

Chiediamo agli Stati:
• di imporre immediatamente un embargo totale sulle armi da e verso Israele;
• di attuare i mandati della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu e Gallant;
• di adire e sostenere nuovi ricorsi alla Corte Internazionale di Giustizia contro Israele;
• di non fornire alcun sostegno politico o logistico agli atti di aggressione o crimini di guerra israeliani o statunitensi contro l’Iran o qualsiasi altro Stato;
• di offrire tutta l’assistenza richiesta dall’Iran, dalla Palestina e da altri paesi sottoposti ad aggressione e genocidio da parte israeliana.

Invitiamo le organizzazioni per i diritti umani, i giuristi e le associazioni legali di tutto il mondo a:
• ricorrere agli strumenti del diritto nazionale e internazionale per chiedere conto a funzionari e militari israeliani – e statunitensi – dell’aggressione contro l’Iran e del genocidio in Palestina;
• documentare e denunciare la illegalità dell’aggressione israeliana;
• sostenere e difendere i movimenti pacifisti e i difensori dei diritti umani nei rispettivi paesi, contro la repressione statale, e per porre fine all’aggressione.

The Center for Research and Elaboration for Democracy (CRED) shares and amplifies the following statement by the International Association of Democratic Lawyers (IADL), of which it is a member, regarding the Israeli aggression against Iran.

Il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia ( CRED) condivide e rilancia la seguente dichiarazione dell’ Associazione internazionale dei giuristi democratici, di cui fa parte, sull’aggressione israeliana all’Iran.

Urgent IADL statement condemning illegal Israeli aggression against Iran, warning against further U.S. escalation

• https://iadllaw.org/2025/06/urgent-iadl-statement-condemning-illegal-israeli-aggression-against-iran-warning-against-further-u-s-escalation/

The International Association of Democratic Lawyers condemns in the strongest terms the illegal aggression perpetrated by Israel against the Islamic Republic of Iran, that has so far included the assassination of leadership figures, scientists and professors, the bombing of nuclear development sites and the targeting of a wide range of civilian infrastructure, including residential buildings, university dorms, radio and television studios, hospitals and oil platforms. This aggression clearly contravenes international law and the Charter of the United Nations, in violation of the sovereignty and territorial integrity of states, principles of good neighborliness, and the peaceful settlement of disputes.

We emphasize the legitimate right of Iran, a sovereign nation, to defend itself from this unprovoked aggression as well as its right to development, including the development of nuclear energy facilities. We urge all states to act to hold Israel accountable for this unlawful aggression, as well as its ongoing genocide in occupied Palestine, particularly in Gaza, and its continued aggression against Lebanon, Yemen and Syria, through, as first steps, the implementation of an immediate arms embargo and the withdrawal of ambassadors from Israel. Holding Israel and its military and political officials accountable is necessary in order to restore and maintain peace and security for all peoples of the region.

We are particularly concerned by the statements of Israel Katz, War Minister of Israel, declaring that the “residents of Tehran will pay the price,” one day before U.S. President Donald Trump called on “everybody” – over 9 million people – “to evacuate” Tehran, Iran’s capital. Both of these statements indicate a clear plan to deliberately target the civilian population of Iran, and at least 220 Iranian civilians have already been killed. Trump has escalated his statements in the past day, demanding “UNCONDITIONAL SURRENDER” from Iran, while the majority of media coverage entirely evades the reality that this a profoundly unlawful aggression and a crime against humanity.

This unlawful Israeli aggression and the ongoing series of U.S. threats to Iran constitute a declaration of war against a sovereign nation, in violation of Article 2.4 of the UN Charter, which prohibits both the use of force and the threat to use force against the territorial integrity of any state.

This aggression further raises serious concerns about the role played by international institutions, the International Atomic Energy Agency in particular. Despite a lengthy history of Iranian engagement with the IAEA, and Iran’s maintenance of its membership in the Non-Proliferation Treaty (NPT), the IAEA adopted a resolution on 13 June – hours before the Israeli aggression – casting doubt on Iran’s compliance. This action by the IAEA, rather than playing the role of an agency charged with safeguarding peaceful, civilian nuclear development, seemingly created a pretext for the illegal Israeli assault on nuclear research and energy sites as well as scores of scientists, civilian residential facilities, and government and military officials only hours later. This action is a betrayal of the stated function of the IAEA, particularly amid the context that Israel is an “undeclared” nuclear power that has nuclear weapons and is not a member of the NPT.

Amid the ongoing aggression, Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, wanted on war crimes charges by the International Criminal Court (ICC) has demanded regime change in Iran, while Israeli and now U.S. officials have spread threats to assassinate Sayyed Ali Khamenei, the Supreme Leader of the Islamic Republic of Iran. All attempts to impose “regime change” on the Islamic Republic of Iran are violations of Iran’s right to sovereignty, self-determination and development. The violations of international humanitarian law and human rights conventions could not be more obvious and pronounced.

The United States has played a particularly dangerous role in the ongoing Israeli aggression, including seeking to deceive the leadership of the Islamic Republic of Iran, sincerely interested in a peace and nuclear development agreement, through negotiations taking place at the same time that the U.S. was aware of Israeli plans to carry out its unlawful and unprovoked aggression. This deception was seemingly intended to undermine Iran’s defenses and allow for easier targeting of scientists, experts and military and political leaders.

This deception builds on a long history of U.S. imperialist attacks on Iran, from the 1953 CIA coup against democratically elected President Mohammed Mossadegh, to years of assassinations, sabotage campaigns and bombings, to the extensive and unlawful unilateral coercive measures imposed by the United States and European powers on Iran in an attempt to force ‘regime change’ and undermine its right to development and self-determination through starvation and forced impoverishment. It was the United States that withdrew unilaterally from the JCPOA, the previous agreement concluded by Iran, despite Iran’s full compliance with the terms of the agreement.

The Israeli attacks on Iran’s uranium enrichment facilities are high crimes, presenting a real and present danger of the spread of radiation and nuclear fallout in Iran and the entire region, a grave  violation of International Humanitarian Law namely Article 56 (1) of  the 1977 Optional Protocol I to  Geneva Convention IV on the Protection of Civilians in times of War, which prohibits attacks on installations and facilities “which may cause the release of dangerous substances” and consequent severe losses among the civilian population.

Following the illegal Israeli aggression, the Islamic Republic of Iran has, in conformity with Article 51 of the UN Charter, exercised its right to self-defense, after exercising extreme restraint in the face of grave provocations and over a decade of assassinations, including the assassination of Ismail Haniyeh, the head of Hamas (the Palestinian Islamic Resistance Movement), in Tehran in July 2024,  cyber-warfare campaigns, bombings and sabotage operations, and the bombing of the Iranian embassy in Damascus in April 2024.
For the past 20 months – atop over 77 years of occupation and colonialism in Palestine – Israel has been waging a genocide against Palestinians, particularly in the occupied and besieged Gaza Strip. Over 54,000 Palestinians have been killed and over 2 million have been displaced by the Israeli occupation. Both Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu and former Defense Minister Yoav Gallant are wanted by the International Criminal Court (ICC) for war crimes and crimes against humanity. Israel is currently occupying large areas of Syria and is carrying out daily unlawful aggressions and incursions in Lebanon, as well as bombing the civilian ports and oil infrastructure in Yemen.

In comparison, the Islamic Republic of Iran has been a consistent supporter of regional sovereignty, independent development and self-determination. It is one of the only nations that has acted in accordance with the Genocide Convention to support Palestinians’ right to self-determination and to defend themselves from genocide and has consistently supported the Palestinian national liberation movement since the Revolution of 1979, which overthrew the U.S.-installed and -backed monarchy imposed upon the country.

We urge states to immediately implement a two-way arms embargo on Israel; commit to implementing the International Criminal Court warrants against Netanyahu and Gallant, rather than continuing to provide them with impunity; join and bring new cases at the International Court of Justice against Israel; not to provide any political or logistical support for Israeli or US acts of aggression or war crimes against Iran or any other country; and to provide all forms of assistance as requested by the Islamic Republic of Iran, Palestine, and other nations subjected to Israeli aggression and genocide.

We urge non-state parties, human rights organizations, lawyers and legal organizations internationally to utilize both domestic and international law and court systems to hold Israeli – and U.S. – officials and soldiers accountable for their unlawful aggression against Iran, as well as their acts of genocide in Palestine; publish and produce clear documentation highlighting the illegality of Israeli aggression and genocide; and provide support and defense against state repression to anti-war movements and human rights defenders in their countries working to bring this aggression to an end.

Francese

Le Centre de Recherches et de Traitement pour la Démocratie (CRED) relaie la déclaration suivante de l’Association Internationale des Juristes Démocrates (IADL), à laquelle il adhère, concernant l’agression israélienne contre l’Iran.

Déclaration urgente de l’IADL condamnant l’agression illégale d’Israël contre l’Iran et mettant en garde contre une escalade supplémentaire de la part des États‑Unis

L’Association Internationale des Juristes Démocrates (IADL) condamne avec la plus grande fermeté l’agression illégale perpétrée par Israël contre la République islamique d’Iran, qui a jusqu’à présent inclus l’assassinat de dirigeants, scientifiques et professeurs, le bombardement de sites de développement nucléaire et la frappe d’infrastructures civiles, notamment des immeubles résidentiels, des dortoirs universitaires, des studios radio‑télévisés, des hôpitaux et des plateformes pétrolières. Cette agression viole clairement le droit international et la Charte des Nations Unies, portant atteinte à la souveraineté et à l’intégrité territoriale des États, aux principes de bon voisinage et au règlement pacifique des différends.

Nous réaffirmons le droit légitime de l’Iran, en tant que nation souveraine, de se défendre contre cette agression non provoquée, ainsi que son droit au développement, notamment pour l’énergie nucléaire à des fins civiles. Nous appelons tous les États à agir pour demander à Israël de répondre de cette agression illégale, ainsi que du génocide en cours dans les territoires palestiniens occupés, notamment à Gaza, et de l’agression persistante contre le Liban, le Yémen et la Syrie, via un embargo immédiat sur les armes et le retrait de leurs ambassadeurs d’Israël. Pour garantir la paix et la sécurité dans la région, il est essentiel de rendre Israël et ses dirigeants politiques et militaires responsables de leurs actes.

Nous sommes particulièrement alarmés par les déclarations du ministre israélien de la guerre, Israel Katz, selon lesquelles “les habitants de Téhéran paieront le prix”, prononcées un jour avant que le président des États‑Unis Donald Trump ne demande à “tout le monde” – plus de 9 millions de personnes – d’“évacuer” la capitale iranienne. Ces deux déclarations indiquent clairement un plan délibéré visant la population civile iranienne, et au moins 220 civils iraniens ont déjà été tués. Trump a aggravé sa position en exigeant récemment la “reddition inconditionnelle” de l’Iran, tandis qu’une grande part des médias ignore totalement qu’il s’agit d’une agression gravement illégale et d’un crime contre l’humanité.

Cette agression illégale d’Israël et la menace continue des États‑Unis constituent une déclaration de guerre contre un État souverain, en violation de l’article 2.4 de la Charte de l’ONU, qui interdit l’emploi ou la menace de recours à la force contre l’intégrité territoriale de tout État.

L’agression soulève également de graves questions sur le rôle des institutions internationales, en particulier l’Agence Internationale de l’Énergie Atomique (AIEA). Malgré la longue coopération de l’Iran avec l’AIEA et son adhésion au Traité de non‑prolifération (TNP), l’AIEA a adopté une résolution le 13 juin – quelques heures avant l’agression israélienne – remettant en cause la conformité iranienne. Ce geste, loin de représenter la fonction d’une agence dédiée au développement pacifique du nucléaire, a plutôt fourni un prétexte à l’agression israélienne contre des sites de recherche nucléaire et des personnalités scientifiques et civiles. Une trahison des objectifs déclarés de l’AIEA, d’autant plus que l’Israël est une puissance nucléaire “non déclarée”, non signataire du TNP.

Au milieu de cette agression, le Premier ministre israélien Benjamin Netanyahou – recherché par la Cour pénale internationale (CPI) pour crimes de guerre – a invoqué un changement de régime en Iran, tandis que des responsables israéliens et désormais américains ont diffusé des menaces d’assassinat visant le Guide suprême iranien, Sayyed Ali Khamenei. Toute tentative d’imposer un “changement de régime” constitue une violation de la souveraineté, de l’autodétermination et du droit au développement de l’Iran. Les infractions au droit humanitaire et aux droits de l’homme sont évidentes et systématiques.

Les États‑Unis ont joué un rôle particulièrement dangereux, feignant de négocier la paix et un accord nucléaire tout en étant informés des plans d’attaque israéliens. Cette manœuvre semble avoir eu pour objectif d’affaiblir les défenses iraniennes, facilitant les frappes contre scientifiques, experts, et dirigeants politiques et militaires.

Ce stratagème s’inscrit dans la longue histoire des agressions impérialistes américaines contre l’Iran : du coup d’État de la CIA en 1953 contre le président démocratiquement élu Mohammed Mossadegh, aux assassinats ciblés, aux campagnes de sabotage, aux bombes, jusqu’aux mesures coercitives unilatérales illégales imposées par les États‑Unis et l’Europe visant un changement de régime et la restriction du développement et de la souveraineté de l’Iran par la faim et la pauvreté. C’est Washington qui s’est retiré unilatéralement du JCPOA, malgré la pleine conformité de l’Iran aux accords.

Les attaques israéliennes contre les installations d’enrichissement d’uranium iranien sont des crimes extrêmement graves, exposant l’Iran et la région à un risque réel et immédiat de radiation et de contamination nucléaires. Ces actions violent gravement le droit international humanitaire, en particulier l’article 56.1 du Protocole additionnel I de 1977 à la IVe Convention de Genève, qui interdit les attaques contre des installations “susceptibles de provoquer le rejet de substances dangereuses” entraînant des dommages graves pour les civils.

En réponse à l’agression illégale israélienne, la République islamique d’Iran a exercé, conformément à l’article 51 de la Charte de l’ONU, son droit à l’autodéfense, après avoir fait preuve d’une modération extrême malgré plus d’une décennie de provocations, notamment l’assassinat à Téhéran en juillet 2024 d’Ismaïl Haniyeh, leader du Hamas, des campagnes de cyber‑guerre, des bombardements, des opérations de sabotage et l’attaque de l’ambassade iranienne à Damas en avril 2024.

Au cours des 20 derniers mois – après plus de 77 ans d’occupation et de colonialisme en Palestine – Israël a perpétré un génocide contre le peuple palestinien, en particulier dans la bande de Gaza. Plus de 54 000 Palestiniens ont été tués, plus de 2 millions déplacés. Le Premier ministre Netanyahou et l’ex‑ministre de la Défense Yoav Gallant sont recherchés par la CPI pour crimes de guerre et contre l’humanité. Israël occupe de vastes portions du territoire syrien, effectue quotidiennement des incursions illégales au Liban et bombe des infrastructures civiles et pétrolières au Yémen.

En revanche, la République islamique d’Iran a été un défenseur constant de la souveraineté régionale, du développement indépendant et de l’autodétermination. Elle est l’un des rares pays à avoir agi en respectant la Convention sur le génocide, soutenant le droit du peuple palestinien à la défense et à l’autodétermination, soutenant la lutte de libération nationale palestinienne depuis la Révolution de 1979, qui a renversé la monarchie pro-occidentale imposée par les États‑Unis.

Nous appelons les États à :
• imposer immédiatement un embargo total sur les armes à destination et en provenance d’Israël ;
• appliquer les mandats de la CPI contre Netanyahou et Gallant ;
• déposer et soutenir de nouveaux recours devant la Cour internationale de Justice contre Israël ;
• ne fournir aucun soutien politique ou logistique aux actes d’agression ou crimes de guerre israéliens ou américains contre l’Iran ou tout autre État ;
• offrir toute l’assistance demandée par l’Iran, la Palestine et d’autres pays soumis à l’agression et au génocide israéliens.

Nous invitons les organisations de défense des droits humains, les juristes et les associations légales du monde entier à :
• recourir aux instruments du droit national et international pour rendre responsables les responsables militaires et civils israéliens – et américains – de l’agression contre l’Iran et du génocide en Palestine ;
• documenter et dénoncer l’illégalité de l’agression israélienne ;
• soutenir et défendre les mouvements pacifistes et les défenseurs des droits humains dans leurs pays, contre la répression étatique, et pour mettre fin à l’agression.

El Centro de Investigación y Desarrollo para la Democracia (CRED) comparte y respalda la siguiente declaración de la Asociación Internacional de Juristas Democráticos (IADL), de la cual forma parte, sobre la agresión israelí contra Irán.

Declaración urgente de la IADL que condena la ilegal agresión israelí contra Irán y advierte sobre una escalada adicional por parte de Estados Unidos

La Asociación Internacional de Juristas Democráticos (IADL) condena en los términos más firmes la agresión ilegal perpetrada por Israel contra la República Islámica de Irán, que hasta ahora ha incluido el asesinato de dirigentes, científicos y profesores, el bombardeo de sitios para el desarrollo nuclear y el ataque a una amplia gama de infraestructuras civiles, incluyendo edificios residenciales, residencias universitarias, estudios de radio y televisión, hospitales y plataformas petrolíferas. Esta agresión viola claramente el derecho internacional y la Carta de las Naciones Unidas, comprometiendo la soberanía y la integridad territorial de los Estados, los principios de buena vecindad y la resolución pacífica de disputas.

Reafirmamos el derecho legítimo de Irán, como nación soberana, a defenderse de esta agresión no provocada, así como su derecho al desarrollo, incluido el de la energía nuclear con fines civiles. Instamos a todos los Estados a actuar para exigir que Israel rinda cuentas por esta agresión ilegal, así como por el genocidio en curso en los territorios palestinos ocupados, en particular en Gaza, y la persistente agresión contra Líbano, Yemen y Siria, comenzando por un embargo inmediato de armas y la retirada de sus embajadores de Israel. Para garantizar la paz y la seguridad en la región, es esencial responsabilizar a Israel y a sus dirigentes políticos y militares por sus acciones.

Estamos especialmente alarmados por las declaraciones del ministro de guerra israelí Israel Katz, según las cuales “los residentes de Teherán pagarán el precio”, pronunciadas un día antes de que el presidente estadounidense Donald Trump invitara a “todos” – más de 9 millones de personas – a “evacuar” la capital iraní. Ambas afirmaciones indican claramente un plan deliberado para atacar a la población civil iraní, y al menos 220 civiles iraníes ya han sido asesinados. Trump agravó aún más su postura pidiendo, en las últimas horas, la “rendición incondicional” de Irán, mientras gran parte de los medios evita por completo reconocer que se trata de una agresión gravemente ilegal y de un crimen contra la humanidad.

Esta agresión ilegal por parte de Israel y la continua amenaza estadounidense representan una declaración de guerra contra un Estado soberano, en violación del artículo 2.4 de la Carta de la ONU, que prohíbe tanto el uso como la amenaza del uso de la fuerza contra la integridad territorial de cualquier Estado.

La agresión plantea graves interrogantes sobre el papel de las instituciones internacionales, en particular del Organismo Internacional de Energía Atómica (OIEA). A pesar de una larga historia de cooperación de Irán con el OIEA y su adhesión al Tratado de No Proliferación (TNP), el OIEA adoptó una resolución el 13 de junio – pocas horas antes de la agresión israelí – que cuestiona la conformidad de Irán. Este acto, lejos de representar la función de una agencia destinada a garantizar el desarrollo pacífico de la energía nuclear, ofreció un pretexto para la agresión israelí contra sitios de investigación nuclear y figuras científicas y civiles. Una traición a los fines declarados del OIEA, especialmente si se considera que Israel es una potencia nuclear “no declarada”, que no adhiere al TNP.

En medio de esta agresión, el Primer Ministro israelí Benjamin Netanyahu – buscado por la Corte Penal Internacional (CPI) por crímenes de guerra – ha invocado un cambio de régimen en Irán, mientras funcionarios israelíes y ahora también estadounidenses han difundido amenazas de asesinato contra el Líder Supremo de Irán, Sayyed Ali Khamenei. Cualquier intento de imponer un “cambio de régimen” es una violación de la soberanía, la autodeterminación y el derecho al desarrollo de Irán. Las violaciones del derecho humanitario y de los derechos humanos son evidentes y sistemáticas.

Estados Unidos ha desempeñado un papel particularmente peligroso, fingiendo llevar a cabo negociaciones de paz y sobre un acuerdo nuclear mientras estaba al tanto de los planes israelíes de ataque. Esta maniobra parece haber tenido como objetivo debilitar las defensas iraníes, facilitando los ataques contra científicos, expertos, y dirigentes políticos y militares.

Este engaño se inscribe en la larga historia de ataques imperialistas estadounidenses contra Irán: desde el golpe de Estado de la CIA en 1953 contra el presidente democráticamente elegido Mohammed Mossadegh, a los asesinatos selectivos, campañas de sabotaje, bombas, hasta las medidas coercitivas unilaterales ilegales impuestas por Estados Unidos y Europa con el objetivo de lograr un cambio de régimen y minar el desarrollo y la soberanía iraní a través del hambre y la pobreza. Fue Washington quien se retiró unilateralmente del JCPOA, a pesar de la plena conformidad de Irán con los acuerdos.

Los ataques israelíes contra las instalaciones de enriquecimiento de uranio iraní son crímenes gravísimos, que exponen a Irán y a toda la región a un riesgo real e inmediato de radiaciones y contaminaciones nucleares. Estos actos violan gravemente el Derecho Internacional Humanitario, en particular el artículo 56(1) del Protocolo Adicional I de 1977 a la IV Convención de Ginebra, que prohíbe ataques contra instalaciones “que puedan causar la liberación de sustancias peligrosas” con graves daños para los civiles.

En respuesta a la agresión ilegal israelí, la República Islámica de Irán ha ejercido, conforme al artículo 51 de la Carta de la ONU, su derecho a la autodefensa, después de mantener una extrema moderación a pesar de más de una década de provocaciones, incluyendo el asesinato en Teherán, en julio de 2024, de Ismail Haniyeh, líder de Hamas, campañas de ciberguerra, bombardeos, operaciones de sabotaje y el ataque a la embajada iraní en Damasco en abril de 2024.

En los últimos 20 meses – después de más de 77 años de ocupación y colonialismo en Palestina – Israel ha llevado a cabo un genocidio contra el pueblo palestino, en particular en la Franja de Gaza. Más de 54.000 palestinos han sido asesinados, y más de 2 millones desplazados. El Primer Ministro Netanyahu y el ex ministro de Defensa Yoav Gallant son buscados por la CPI por crímenes de guerra y contra la humanidad. Israel ocupa amplias zonas del territorio sirio, realiza incursiones ilegales diarias en Líbano y bombardea infraestructuras civiles y petroleras en Yemen.

Por el contrario, la República Islámica de Irán ha sido un defensor constante de la soberanía regional, el desarrollo independiente y la autodeterminación. Es uno de los pocos Estados que ha actuado respetando la Convención sobre el Genocidio en apoyo del derecho del pueblo palestino a la defensa y autodeterminación, apoyando la lucha de liberación nacional palestina desde la Revolución de 1979, que derrocó a la monarquía pro-occidental impuesta por EEUU.

Pedimos a los Estados:
• imponer inmediatamente un embargo total de armas hacia y desde Israel;
• aplicar los mandatos de la Corte Penal Internacional contra Netanyahu y Gallant;
• presentar y apoyar nuevos recursos ante la Corte Internacional de Justicia contra Israel;
• no brindar ningún apoyo político o logístico a actos de agresión o crímenes de guerra israelíes o estadounidenses contra Irán o cualquier otro Estado;
• ofrecer toda la asistencia solicitada por Irán, Palestina y otros países sometidos a agresión y genocidio por parte de Israel.

Invitamos a las organizaciones de derechos humanos, juristas y asociaciones legales de todo el mundo a:
• recurrir a los instrumentos del derecho nacional e internacional para responsabilizar a funcionarios y militares israelíes – y estadounidenses – por la agresión contra Irán y el genocidio en Palestina;
• documentar y denunciar la ilegalidad de la agresión israelí;
• apoyar y defender los movimientos pacifistas y defensores de los derechos humanos en sus respectivos países contra la represión estatal y para poner fin a la agresión.

Русский

Центр исследований и разработок в области демократии (CRED) распространяет следующее заявление Международной ассоциации демократических юристов (IADL), членом которой он является, в связи с израильской агрессией против Ирана.

Срочное заявление IADL с осуждением незаконной агрессии Израиля против Ирана и предупреждением о возможной эскалации со стороны США

Международная ассоциация демократических юристов (IADL) решительно осуждает незаконную агрессию, развязанную Израилем против Исламской Республики Иран, которая до настоящего времени включала убийства руководителей, учёных и преподавателей, бомбардировки ядерных объектов, а также удары по гражданской инфраструктуре, включая жилые дома, университетские общежития, телерадиостудии, больницы и нефтяные платформы. Эти действия представляют собой грубое нарушение международного права и Устава ООН, подрывают суверенитет и территориальную целостность государств, нарушают принципы добрососедства и мирного разрешения споров.

Мы подтверждаем законное право Ирана как суверенного государства на самооборону от этой неспровоцированной агрессии, а также его право на развитие, в том числе на использование атомной энергии в мирных целях. Мы призываем все государства потребовать от Израиля ответственности за незаконную агрессию, а также за продолжающийся геноцид на оккупированных палестинских территориях, особенно в Газе, и за неизменную агрессию против Ливана, Йемена и Сирии, введя немедленное эмбарго на поставки оружия и отозвав своих послов из Израиля. Для обеспечения мира и безопасности в регионе крайне важно привлечь к ответственности израильских политических и военных лидеров.

Особую тревогу вызывают заявления министра обороны Израиля Исраэля Каца о том, что «жители Тегерана заплатят цену», сделанные за день до того, как президент США Дональд Трамп призвал «всех» — более 9 миллионов человек — «эвакуировать» иранскую столицу. Эти два заявления ясно указывают на преднамеренное планирование ударов по гражданскому населению Ирана, и уже убито не менее 220 мирных иранцев. Трамп ещё более усугубил ситуацию, потребовав «безоговорочной капитуляции» Ирана, в то время как большинство СМИ полностью игнорируют тот факт, что речь идёт о вопиющем нарушении международного права и преступлении против человечности.

Эта израильская агрессия и продолжающаяся угроза со стороны США фактически представляют собой объявление войны суверенному государству, нарушая статью 2.4 Устава ООН, которая запрещает угрозу или применение силы против территориальной целостности любого государства.

Агрессия также вызывает серьёзные вопросы относительно роли международных институтов, особенно Международного агентства по атомной энергии (МАГАТЭ). Несмотря на долгосрочное сотрудничество Ирана с МАГАТЭ и его приверженность Договору о нераспространении ядерного оружия (ДНЯО), агентство приняло 13 июня — всего за несколько часов до израильского нападения — резолюцию, подвергающую сомнению выполнение Ираном своих обязательств. Вместо того чтобы способствовать развитию мирной атомной энергии, как того требует его мандат, МАГАТЭ предоставило политическое прикрытие израильской агрессии, включая нападения на ядерные исследовательские центры и убийства учёных. Это — предательство провозглашенных целей агентства, тем более что Израиль является «недекларированной» ядерной державой, не подписавшей ДНЯО.

На фоне этой агрессии премьер-министр Израиля Биньямин Нетаньяху, находящийся в розыске Международного уголовного суда (МУС) за военные преступления, заговорил о смене режима в Иране, в то время как израильские и теперь уже американские официальные лица распространяют угрозы убийства Верховного лидера Исламской Республики Сейеда Али Хаменеи. Любые попытки навязать смену режима нарушают суверенитет, право на самоопределение и развитие иранского народа. Нарушения международного гуманитарного права и прав человека в данной ситуации очевидны и систематичны.

США сыграли особенно опасную роль, имитируя переговоры о мире и ядерной сделке, в то время как, по-видимому, были осведомлены о планах нападения Израиля. Эта тактика, по-видимому, была направлена на ослабление обороны Ирана, облегчая удары по учёным, экспертам и политическим и военным лидерам.

Эта схема вписывается в долгую историю американской империалистической агрессии против Ирана: от переворота ЦРУ в 1953 году против демократически избранного премьер-министра Мохаммеда Мосаддыка до целенаправленных убийств, диверсий, бомбардировок и незаконных односторонних санкций, введённых США и Европой с целью смены режима и подавления развития и суверенитета Ирана посредством голода и нищеты. Именно США в одностороннем порядке вышли из СВПД (Совместного всеобъемлющего плана действий), несмотря на полное соблюдение соглашения со стороны Ирана.

Израильские удары по иранским объектам по обогащению урана являются чрезвычайно опасными преступлениями, создающими реальную и немедленную угрозу радиационного загрязнения для Ирана и всего региона. Эти действия грубо нарушают нормы международного гуманитарного права, в частности статью 56.1 Дополнительного протокола I 1977 года к Женевским конвенциям, запрещающую атаки на объекты, «могущие вызвать выброс опасных сил», приводящих к тяжёлым последствиям для гражданского населения.

В ответ на незаконную агрессию Израиля Исламская Республика Иран, в соответствии со статьёй 51 Устава ООН, реализовала своё право на самооборону, проявляя крайнюю сдержанность на протяжении более десяти лет провокаций — включая убийство Исмаила Хании в Тегеране в июле 2024 года, кибератаки, бомбардировки, диверсии и удар по иранскому посольству в Дамаске в апреле 2024 года.

За последние 20 месяцев — после более чем 77 лет оккупации и колониализма в Палестине — Израиль осуществляет геноцид против палестинского народа, особенно в секторе Газа. Было убито более 54 000 палестинцев, более 2 миллионов вынуждены покинуть свои дома. Премьер-министр Нетаньяху и бывший министр обороны Йоав Галлант находятся в розыске Международного уголовного суда за военные преступления и преступления против человечности. Израиль оккупирует обширные территории Сирии, ежедневно совершает незаконные рейды в Ливан и наносит удары по гражданской и нефтяной инфраструктуре Йемена.

В отличие от этого, Исламская Республика Иран последовательно отстаивает суверенитет региона, независимое развитие и право народов на самоопределение. Иран — одно из немногих государств, последовательно выступающих в защиту Конвенции о предупреждении геноцида, отстаивая право палестинского народа на самооборону и самоопределение, поддерживая национально-освободительное движение Палестины с момента революции 1979 года, свергшей прозападную монархию, навязанную США.

Мы призываем государства:
• немедленно ввести полное оружейное эмбарго в отношении Израиля;
• обеспечить исполнение ордеров Международного уголовного суда в отношении Нетаньяху и Галланта;
• подать и поддержать новые иски против Израиля в Международном суде ООН;
• не оказывать никакой политической или логистической поддержки актам агрессии или военным преступлениям со стороны Израиля или США против Ирана или любого другого государства;
• предоставить любую запрошенную помощь Ирану, Палестине и другим государствам, подвергающимся израильской агрессии и геноциду.

Мы призываем правозащитные организации, юристов и юридические ассоциации по всему миру:
• использовать национальные и международные правовые механизмы для привлечения к ответственности военных и гражданских должностных лиц Израиля и США за агрессию против Ирана и геноцид в Палестине;
• документировать и разоблачать незаконность израильской агрессии;
• поддерживать мирные движения и правозащитников в их странах, бороться с репрессиями и требовать прекращения агрессии.

中文

民主法律工作者国际协会(IADL)是民主研究与发展中心(CRED)所属的国际组织。CRED现转发IADL关于以色列对伊朗侵略行为的以下声明。

IADL紧急声明:谴责以色列对伊朗的非法侵略,警告美国可能介入引发战争升级

民主法律工作者国际协会(IADL)强烈谴责以色列对伊朗伊斯兰共和国发动的非法侵略。这场侵略迄今已包括暗杀伊朗的领导人、科学家和学者,轰炸核设施,以及袭击民用基础设施,如住宅楼、大学宿舍、广播机构、医院和石油平台。这些行为严重违反国际法和《联合国宪章》,破坏国家主权与领土完整,违背睦邻友好和和平解决争端的基本原则。

我们重申,伊朗作为一个主权国家,有权对这种无端的侵略进行自卫,并有权追求包括和平核能在内的发展权利。我们呼吁所有国家要求以色列为其非法侵略行为负责,同时为其在被占领的巴勒斯坦领土,尤其是加沙地带持续实施的种族灭绝行为负责,并为其对黎巴嫩、也门和叙利亚的持续侵略负责。各国应立即对以色列实施全面的武器禁运,并召回驻以色列大使。要实现该地区的和平与安全,必须追究以色列政治与军事领导人的责任。

我们特别警惕以色列国防部长伊扎克·卡茨此前声称“德黑兰居民将付出代价”,以及美国总统唐纳德·特朗普随后呼吁“所有人”——超过900万人——“撤离”伊朗首都。这些言论清楚表明有意图袭击伊朗平民的计划。事实上,已有超过220名伊朗平民被杀害。特朗普甚至进一步要求伊朗“无条件投降”。大多数主流媒体却对这场对主权国家发动战争的非法行为,以及对人类的犯罪,保持沉默。

以色列的侵略和美国的威胁实质上构成了对主权国家的战争行为,违反了《联合国宪章》第2条第4款关于禁止以武力威胁或使用武力的规定。

这场侵略也对国际机构的作用提出了严重质疑,特别是国际原子能机构(IAEA)。尽管伊朗长期与IAEA合作,遵守《不扩散核武器条约》(NPT),IAEA却在6月13日、也就是以色列发动袭击前几个小时通过了一项质疑伊朗履约情况的决议。该机构没有根据其促进和平利用核能的宗旨行事,反而为以色列的侵略行为——包括袭击核研究设施和暗杀科学家——提供了政治掩护。这种行为背叛了其使命,尤其是在以色列自身是未申报的核国家、且拒绝签署《不扩散核武器条约》的背景下更显恶劣。

与此同时,正在被国际刑事法院通缉的以色列总理本雅明·内塔尼亚胡却公开谈论要在伊朗“更换政权”。以色列与美国官员更是发表威胁暗杀伊朗最高领袖赛义德·阿里·哈梅内伊的言论。这些所谓“政权更替”的尝试,严重侵犯了伊朗人民的主权、自决和发展权。相关行为系统性地违反了国际人道法和人权法。

美国在此次危机中扮演了特别危险的角色,一方面假装正在与伊朗就核协议进行谈判,另一方面却显然知晓以色列的袭击计划。其真实意图是麻痹伊朗,削弱其防御,使以色列更容易对科学家、专家以及政治与军事领导人发动攻击。

这正是美国长久以来对伊朗实施帝国主义侵略的延续:从1953年CIA推翻民选总理穆罕默德·摩萨台,到有计划的暗杀、破坏、轰炸和非法制裁——美国及其欧洲盟国企图通过造成伊朗人民的饥饿和贫困来迫使政权更迭并遏制其发展与主权。正是美国单方面撕毁了《伊核协议》(JCPOA),而伊朗始终全面履行协议义务。

以色列对伊朗铀浓缩设施的袭击是一种极其危险的犯罪行为,不仅可能造成严重的辐射污染,而且违反国际人道法的基本准则,特别是1977年《日内瓦公约第一附加议定书》第56条第1款禁止袭击“可能释放危险力量”的设施的规定,这种行为可能对平民造成极为严重的后果。

面对以色列的非法侵略,伊朗依据《联合国宪章》第51条行使自卫权。尽管十多年来面对暗杀、网络攻击、爆炸、破坏,以及2024年4月对其驻大马士革使馆的袭击等种种挑衅,伊朗仍始终保持极大克制,包括2024年7月在德黑兰暗杀伊斯梅尔·哈尼亚的事件。

在过去20个月里,以色列对加沙地带巴勒斯坦人民实施了真正的种族灭绝政策。在其持续了77年的殖民统治中,已有超过54,000名巴勒斯坦人被杀害,200多万人被迫流离失所。国际刑事法院已对内塔尼亚胡和前国防部长约阿夫·加兰特发出逮捕令,指控其犯有战争罪和危害人类罪。以色列还非法占领叙利亚大片领土,每日袭扰黎巴嫩,并多次打击也门的民用及石油基础设施。

与之相对,伊朗则一贯捍卫本地区各国的主权、独立发展与人民自决权。自1979年推翻美国支持的王朝以来,伊朗始终坚定支持巴勒斯坦民族解放运动,并在《防止种族灭绝公约》的框架内捍卫巴勒斯坦人民的自卫权和自决权。

我们呼吁各国政府:
• 立即对以色列实施全面武器禁运;
• 配合国际刑事法院执行对内塔尼亚胡和加兰特的逮捕令;
• 向联合国国际法院提起、支持新的针对以色列的诉讼;
• 不得为以色列或美国对伊朗或其他国家的侵略或战争罪行提供任何形式的政治或后勤支持;
• 向伊朗、巴勒斯坦及所有受到以色列侵略和种族灭绝威胁的国家提供请求援助。

我们呼吁全球各地的人权组织、律师和法律协会:
• 利用一切国家和国际法律机制追究以色列和美国军政人员对伊朗侵略和对巴勒斯坦种族灭绝行为的责任;
• 记录并揭露以色列侵略的非法性质;
• 支持本国的和平运动和人权捍卫者,抵制镇压并要求停止侵略。

العربية

الجمعية الدولية للمحامين من أجل الديمقراطية (IADL) هي منظمة دولية تابعة لمركز البحوث والتطوير من أجل الديمقراطية (CRED). تقوم CRED بإعادة نشر البيان التالي الصادر عن IADL بشأن العدوان الإسرائيلي على إيران.

بيان طارئ من IADL: إدانة العدوان غير القانوني لإسرائيل على إيران وتحذير من احتمال تدخل أمريكي يفاقم الأزمة

تدين الجمعية الدولية للمحامين من أجل الديمقراطية (IADL) بشدة العدوان غير القانوني الذي شنته إسرائيل ضد جمهورية إيران الإسلامية. شمل هذا العدوان حتى الآن اغتيال قادة وعلماء وخبراء إيرانيين، وقصف منشآت نووية، والهجوم على بنى تحتية مدنية مثل الأبنية السكنية، المهاجع الجامعية، المؤسسات الإعلامية، المستشفيات، والمنصات النفطية. تُعتبر هذه الأعمال انتهاكًا صارخًا للقانون الدولي وميثاق الأمم المتحدة، وتنتهك سيادة الأراضي ووحدة الدول، وتقوض مبادئ حسن الجوار وحل النزاعات سلمياً.

نؤكد أن إيران كدولة ذات سيادة لها الحق في الدفاع عن نفسها ضد هذا العدوان غير المبرر، ولها الحق في متابعة التنمية السلمية، بما في ذلك استخدام الطاقة النووية للأغراض السلمية. ندعو جميع الدول إلى تحميل إسرائيل مسؤولية عدوانها غير القانوني، وكذلك عن جرائمها المستمرة في الأراضي الفلسطينية المحتلة، خاصة في قطاع غزة، وعن عدوانها المستمر على لبنان واليمن وسوريا. يجب على الدول فرض حظر شامل على الأسلحة على إسرائيل وسحب سفرائها من تل أبيب فورًا. لا يمكن تحقيق السلام والأمن في المنطقة إلا من خلال مساءلة المسؤولين السياسيين والعسكريين الإسرائيليين.

نحن قلقون بشكل خاص من تصريحات وزير الدفاع الإسرائيلي، يتسحاق “إيزي” كاتس، الذي قال إن “سكان طهران سيدفعون الثمن”، ومن دعوة الرئيس الأمريكي دونالد ترامب التي وجهها لـ “الجميع” — أي أكثر من 9 ملايين نسمة — بـ “مغادرة” العاصمة الإيرانية. هذه التصريحات تكشف عن نية لاستهداف المدنيين في إيران، حيث قُتل حتى الآن أكثر من 220 مدنيًا إيرانيًا. كما دعا ترامب إلى “استسلام إيران بدون شروط”، بينما تغيب معظم وسائل الإعلام الرئيسية عن تغطية هذا العدوان غير القانوني والحرب على دولة ذات سيادة.

يُشكل العدوان الإسرائيلي والتهديدات الأمريكية عملاً عدائيًا ضد دولة ذات سيادة، مما ينتهك المادة 2 الفقرة 4 من ميثاق الأمم المتحدة التي تحظر استخدام القوة أو التهديد باستخدام القوة.

كما يثير هذا العدوان تساؤلات جدية حول دور المنظمات الدولية، ولا سيما الوكالة الدولية للطاقة الذرية (IAEA). على الرغم من تعاون إيران الطويل الأمد مع الوكالة وامتثالها لمعاهدة حظر الانتشار النووي (NPT)، أصدرت الوكالة قرارًا في 13 يونيو، قبل ساعات من الهجمات الإسرائيلية، يشكك في التزام إيران. لم تحترم الوكالة دورها في تعزيز الاستخدام السلمي للطاقة النووية، بل بدت وكأنها توفر غطاءً سياسيًا للعدوان الإسرائيلي، بما في ذلك استهداف منشآت البحث النووي واغتيال العلماء، وهو خيانة واضحة لمهمتها، خاصة في ظل وجود إسرائيل كدولة نووية غير معلنة ترفض الانضمام إلى معاهدة حظر الانتشار.

في الوقت نفسه، يتحدث رئيس وزراء إسرائيل، بنيامين نتنياهو، المطلوب من المحكمة الجنائية الدولية، عن نية “تغيير النظام” في إيران، في حين تهدد المسؤولون الأمريكيون باغتيال المرشد الأعلى الإيراني علي خامنئي. تمثل هذه المحاولات انتهاكًا صارخًا لحقوق الشعب الإيراني في السيادة وتقرير المصير والتنمية، وتعد خرقًا متكررًا للقانون الدولي الإنساني وقانون حقوق الإنسان.

تلعب الولايات المتحدة دورًا خطيرًا في هذه الأزمة، إذ تتظاهر بالتفاوض على الاتفاق النووي الإيراني بينما تدرك خطط إسرائيل للهجوم. تهدف إلى شل دفاعات إيران وتسهيل استهداف العلماء والخبراء والقادة السياسيين والعسكريين.

يمثل هذا استمرارًا طويل الأمد للاعتداءات الإمبريالية الأمريكية على إيران، بدءًا من انقلاب وكالة الاستخبارات المركزية الأمريكية عام 1953 على رئيس الوزراء المنتخب محمد مصدق، مرورًا بعمليات الاغتيال والتخريب والتفجيرات والعقوبات غير القانونية التي تسعى إلى فرض تغيير النظام من خلال خلق الفقر والمجاعة. الولايات المتحدة هي التي ألغت الاتفاق النووي أحادي الجانب، بينما التزمت إيران بشكل كامل بجميع شروط الاتفاق.

يشكل الهجوم على منشآت تخصيب اليورانيوم في إيران جريمة خطيرة، قد تسبب تلوثًا إشعاعيًا كبيرًا، وتنتهك قواعد القانون الدولي الإنساني، لا سيما المادة 56 الفقرة 1 من البروتوكول الإضافي الأول لاتفاقيات جنيف لعام 1977 التي تحظر استهداف المنشآت التي من المحتمل أن تسبب إطلاق قوى خطرة، ما قد يضر بالمدنيين.

تستخدم إيران حقها في الدفاع المشروع بموجب المادة 51 من ميثاق الأمم المتحدة رداً على العدوان الإسرائيلي، مع إبراز ضبط النفس في مواجهة عشرات الأعمال الاستفزازية، بما في ذلك اغتيال إسماعيل هنية في طهران في يوليو 2024، والاعتداءات على سفاراتها في دمشق، والهجمات الإلكترونية، والتفجيرات.

خلال 20 شهرًا، مارست إسرائيل سياسة إبادة حقيقية ضد الشعب الفلسطيني في قطاع غزة، حيث قتل أكثر من 54,000 فلسطيني منذ بداية الاحتلال قبل 77 عامًا، وتشريد أكثر من مليوني فلسطيني. وقد أصدرت المحكمة الجنائية الدولية مذكرات توقيف ضد نتنياهو ووزير الدفاع السابق يواف جالانت بتهم ارتكاب جرائم حرب وجرائم ضد الإنسانية. إسرائيل تحتل أجزاءً كبيرة من الأراضي السورية، وتهاجم لبنان يوميًا، وتستهدف البنية التحتية المدنية والنفطية في اليمن.

على النقيض من ذلك، تدافع إيران عن سيادة واستقلال الدول في المنطقة وحق شعوبها في تقرير المصير والتنمية منذ الثورة عام 1979، وتدعم بقوة حركة التحرير الفلسطينية في إطار اتفاقية منع الإبادة الجماعية.

ندعو الحكومات إلى:
• فرض حظر شامل على الأسلحة على إسرائيل؛
• التعاون مع المحكمة الجنائية الدولية لتنفيذ مذكرات التوقيف ضد نتنياهو وجالانت؛
• تقديم ودعم دعاوى جديدة ضد إسرائيل في محكمة العدل الدولية؛
• الامتناع عن تقديم أي دعم سياسي أو لوجستي لأي عدوان أو جرائم حرب أمريكية أو إسرائيلية؛
• تقديم المساعدات المطلوبة لإيران وفلسطين والدول المعرضة للعدوان الإسرائيلي والإبادة الجماعية.

وندعو منظمات حقوق الإنسان، والمحامين، والجمعيات القانونية في كل أنحاء العالم إلى:
• متابعة المسؤولين الإسرائيليين والأمريكيين قانونيًا باستخدام جميع الوسائل القانونية؛
• توثيق طبيعة العدوان الإسرائيلي غير القانونية؛
• دعم الحركات السلمية المحلية والدولية والمدافعين عن حقوق الإنسان، ومناهضة القمع، والمطالبة بإنهاء العدوان.

 

Urgent IADL statement condemning illegal Israeli aggression against Iran, warning against further U.S. escalation