Viviamo sempre più in un clima di tragedia annunciata ma ineluttabile. La guerra mondiale combattuta con testate nucleari ci sta va venendo incontro a velocità crescente.
Oltre alla situazione in sé pare estremamente angosciante la totale assenza di reazioni da parte della società civile e politica italiana, anche in quelle che dovrebbero essere le sue espressioni più avanzate. Basti pensare alla totale assenza di riferimenti al tema nella piattaforma dello sciopero convocato per fine novembre dalla CGIL e da altri.
Eppure la situazione in Italia è particolarmente grave. La prospettiva della guerra viene sdoganata in modo sfacciato dal Capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, secondo il quale “dobbiamo prepararci alla guerra”.
Siamo ormai all’aperta violazione dell’art. 11 della Costituzione, già di fatto praticata con la fornitura di armi a Ucraina e a Israele, che le sta usando per il sterminare i Palestinesi, ed ora anche teorizzata apertamente.
L’elezione di Trump alla Casa Bianca e le stolte velleità dei leader europei di assumersi in prima persona l’onere della guerra con la Russia aggravano ulteriormente la situazione, mentre Biden decide l’utilizzo dei missili a lungo raggio su tutto il territorio russo per lasciare la patata bollente nelle mani del suo odiato successore.
Il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED) rifiuta il ruolo di vittima predestinata ed agnello sacrificale per il popolo italiano, che già ora sta subendo i contraccolpi economici della situazione e dell’economia di guerra e conterebbe decine di milioni di vittime e la totale distruzione del suo territorio in caso di guerra nucleare.
Denunciamo quindi l’irresponsabilità di tutte quelle forze politiche, sociali, sindacali e intellettuali italiane, purtroppo la stragrande maggioranza di quelle esistenti, che si rifiutano
di affrontare questo rischio esistenziale, facendo assumere all’Italia e a tutte le sue istituzioni, Forze armate comprese, il ruolo di promozione del dialogo internazionale e della pace che è loro nettamente assegnato dall’art. 11 della Costituzione.
Rivolgiamo un appello a tutte le persone amanti della pace, quale che ne sia la collocazione sociale e politica, per arrivare, all’inizio del prossimo anno, a un’Assemblea nazionale che possa promuovere iniziative volte a sganciare l’Italia dalle politiche guerrafondaie promosse irresponsabilmente da NATO ed Unione europea.
Per adesioni e commenti mandare mail a ricercademocrazia@gmail.com.