In vista del 21 giugno il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia ( CRED) promuove e rilancia l’allegato appello per una manifestazione unica e per quanto possibile unitaria contro la guerra e il riarmo.
APPELLO
21 giugno: unite/i contro la guerra e il genocidio. Serve coraggio, non divisioni.
Di guerre nel mondo se ne contano almeno 60 e quelle contro i palestinesi di Gaza, contri cui si va perpetrando un genocidio, e in Ucraina diventano sempre più cruente senza reali possibilità di porvi fine. Nuove forme di imperialismo, di razzismo e di suprematismo si vanno sempre più affermando e con esse una spinta al riarmo che alimenterà altre guerre. Dobbiamo dire basta al riarmo e far sentire la voce di chi vuole la pace e l’affermazione dei diritti umani. Mobilitarsi è necessario e doveroso. La giornata europea del 21 giugno può segnare una svolta se grandi unitari cortei percorreranno le vie delle città, affinché risuoni forte il no riarmo, il no alla guerra.
Sono passati più di 10 giorni da quando abbiamo lanciato – dall’assemblea del 24 maggio- un appello all’unità per la mobilitazione del 21 giugno, una data che può segnare l’avvio di una convergenza di forze – associative, sindacali, politiche – ampia, popolare, determinate a battersi contro la guerra, il genocidio e il coinvolgimento dell’Italia nelle politiche belliche della NATO e dell’UE.
È necessario che il 21 giugno si svolga una unica manifestazione, capace di convogliare migliaia e migliaia di persone con sensibilità, idee, e posizioni anche diverse ma unite in questa volontà di mettere fine alle guerre e di dire no al riarmo che toglierà risorse alle produzione di beni e servizi sociali. Cosa si aspetta a promuovere un incontro tra tutte le forze impegnate alla preparazione della giornata del 21 giugno per organizzare unitariamente il percorso della manifestazione? Tutti e tutte, militanti e organizzazioni, devono compiere una scelta chiara: mettere da parte le differenze secondarie per convergere su ciò che davvero conta. Non è questione di logistica o comunicazione, ma di coraggio e intelligenza politici.
Oggi l’unità non nasce dall’uniformità, ma dalla capacità di riconoscere un’urgenza comune: fermare la guerra, opporsi al genocidio, smantellare la macchina militare che ci trasforma in complici. Una piazza plurale, dove le voci si uniscono senza confondersi, è l’unica risposta possibile alla barbarie che avanza.
Il tempo stringe. A Gaza, il massacro continua. L’Ucraina è un laboratorio di guerra permanente. L’Italia fornisce armi, ospita basi, partecipa all’escalation, l’UE si riarma stanziando 800 miliardi. Di fronte a tutto questo, esitazioni e tatticismi causano danni e frustrazioni in chi è impegnato/a a costruire la mobilitazione contro la guerra e il riarmo.
Non vogliamo nemmeno immaginare due cortei il 21 giugno, sarebbe un errore storico e un colpo alla mobilitazione per la pace e contro il riarmo. Chi oggi rinvia o frappone ostacoli pretestuosi, rischia di indebolire la sola forza che può contrastare la guerra: la voce popolare di chi dice basta.
Noi crediamo che sia possibile — e necessario — unire tutte le forze che si oppongono a questa deriva bellicista. Non servono mediazioni infinite, ma volontà politica. Non servono protagonismi, ma la capacità di guardare oltre il proprio orizzonte.
Per questo proponiamo l’apertura immediata di un tavolo formale e permanente di confronto tra tutte le forze che si riconoscono nel percorso unitario del 21 giugno: uno spazio dove le differenze possano coesistere, confrontarsi e cooperare senza essere negate, puntando all’obiettivo comune di costruire una grande mobilitazione popolare per fermare il genocidio, opporsi alle politiche di morte della guerra e del riarmo. Facciamo appello affinché ognuno/a nella miriadi di organismi – associativi, sindacali, politici – si faccia promotore/trice per realizzare questa unità, che pur nella diversità apra la strada a un percorso condiviso, indispensabile per una grande mobilitazione di popolo
L’unità non è una ingenua richiesta, è una necessità per dare forza al popolo della pace, la cui divisione significherebbe condannare al fallimento politico il 21 giugno.
Giovanni Russo Spena
Michela Arricale
Franco Russo
Marina Boscaino
Tonia Guerra
Francesca Perri
Walter Tucci
Patrick Boylan
Sandro Togliatti
Ezio Locatelli
Antonello Patta
Daniela Alessandri
Loredana Fraleone
Roberto Villani
Sandro Targetti
Paolo Ferrero
In view of June 21, the Center for Research and Elaboration for Democracy (CRED) promotes and relaunches the attached appeal for a unified and, as far as possible, united demonstration against war and rearmament.
APPEAL
June 21: united against war and genocide. We need courage, not divisions.
There are at least 60 wars ongoing in the world. The ones against the Palestinians in Gaza—where a genocide is underway—and in Ukraine are growing increasingly brutal, with no real prospects for an end. New forms of imperialism, racism, and supremacism are gaining ground, along with a push for rearmament that will fuel more wars.
We must say no to rearmament and raise the voice of those who want peace and the affirmation of human rights. Mobilization is necessary and imperative. The European day of June 21 can mark a turning point if large, united demonstrations take to the streets to loudly proclaim: no to rearmament, no to war.
More than ten days have passed since we launched—during the May 24 assembly—an appeal for unity in view of the June 21 mobilization. This date could mark the beginning of a broad and popular convergence of forces—associative, trade union, political—determined to fight against war, genocide, and Italy’s involvement in NATO and EU war policies.
There must be one single demonstration on June 21, able to gather thousands of people with different ideas and perspectives but united in the will to end wars and oppose rearmament, which diverts resources away from the production of goods and social services.
What are we waiting for to promote a meeting of all the forces preparing for June 21, to organize a shared path for the demonstration? All individuals and organizations must make a clear choice: set aside secondary differences and converge on what really matters. This is not a question of logistics or communication, but of political courage and intelligence.
Today, unity does not arise from uniformity but from the ability to recognize a common urgency: stopping war, opposing genocide, dismantling the military machinery that turns us into accomplices. A diverse square, where voices come together without blending into each other, is the only possible response to advancing barbarism.
Time is running out. In Gaza, the massacre continues. Ukraine has become a laboratory for permanent war. Italy supplies weapons, hosts military bases, and participates in the escalation. The EU is rearming with €800 billion. In the face of all this, hesitation and tactical calculations cause damage and frustration among those working to build the mobilization against war and rearmament.
We don’t even want to imagine two separate marches on June 21—it would be a historic mistake and a blow to the peace movement. Those who delay or create obstacles now risk weakening the only force capable of opposing war: the popular voice that says enough.
We believe it is both possible and necessary to unite all forces opposed to this drift toward militarism. We don’t need endless mediation, but political will. We don’t need egos, but the ability to look beyond one’s own horizon.
That is why we propose the immediate creation of a formal, permanent forum for discussion among all forces that support the united path of June 21: a space where differences can coexist, debate, and cooperate without being denied, aiming toward the common goal of building a massive popular mobilization to stop genocide and oppose the deadly policies of war and rearmament.
We call on everyone—within the myriad of associative, trade union, and political organizations—to take the initiative in building this unity which, while preserving diversity, paves the way for a shared journey, indispensable for a great popular mobilization.
Unity is not a naïve request; it is a necessity to empower the people of peace. Division would mean politically sabotaging June 21.
Signed by:
Giovanni Russo Spena
Michela Arricale
Franco Russo
Marina Boscaino
Tonia Guerra
Francesca Perri
Walter Tucci
Patrick Boylan
Sandro Togliatti
Ezio Locatelli
Antonello Patta
Daniela Alessandri
Loredana Fraleone
Roberto Villani
Sandro Targetti
Paolo Ferrero
Sembra che il sistema abbia provato a generare un file prima che tutte le traduzioni fossero pronte. Procederò ora a fornirti tutte e sei le traduzioni complete direttamente qui sotto (in ordine: inglese, spagnolo, francese, russo, cinese e arabo), poi se vorrai, posso anche salvarti il tutto in un unico file scaricabile.
ENGLISH
[La traduzione inglese è già stata fornita nel messaggio precedente. Puoi fare riferimento a quella.]
ESPAÑOL
De cara al 21 de junio, el Centro de Investigación y Elaboración para la Democracia (CRED) promueve y relanza el llamamiento adjunto para una manifestación única y, en la medida de lo posible, unitaria contra la guerra y el rearme.
LLAMAMIENTO
21 de junio: unidas/os contra la guerra y el genocidio. Hace falta valor, no divisiones.
Hay al menos 60 guerras activas en el mundo. Las que afectan al pueblo palestino de Gaza —víctima de un genocidio en curso— y a Ucrania son cada vez más crueles, sin perspectivas reales de resolución. Nuevas formas de imperialismo, racismo y supremacismo avanzan cada vez más, junto con una dinámica de rearme que alimentará otras guerras.
Debemos decir basta al rearme y alzar la voz de quienes desean la paz y la afirmación de los derechos humanos. Movilizarse es necesario y urgente. La jornada europea del 21 de junio puede marcar un punto de inflexión si grandes manifestaciones unitarias recorren las calles para que resuene con fuerza el no al rearme, el no a la guerra.
Han pasado más de 10 días desde que, en la asamblea del 24 de mayo, lanzamos un llamamiento a la unidad de cara a la movilización del 21 de junio. Esta fecha puede marcar el inicio de una convergencia amplia y popular de fuerzas —asociativas, sindicales, políticas— decididas a luchar contra la guerra, el genocidio y la implicación de Italia en las políticas bélicas de la OTAN y de la UE.
Debe realizarse una única manifestación el 21 de junio, capaz de reunir a miles de personas con distintas sensibilidades, ideas y posiciones, pero unidas en la voluntad de acabar con las guerras y de rechazar el rearme, que quita recursos a la producción de bienes y servicios sociales.
¿Qué se espera para promover un encuentro entre todas las fuerzas comprometidas con la preparación del 21 de junio y organizar conjuntamente el recorrido de la manifestación? Todas y todos, militantes y organizaciones, deben tomar una decisión clara: dejar de lado las diferencias secundarias y converger en lo que realmente importa. No se trata de logística ni de comunicación, sino de coraje e inteligencia política.
Hoy la unidad no nace de la uniformidad, sino de la capacidad de reconocer una urgencia común: detener la guerra, oponerse al genocidio, desmontar la maquinaria militar que nos convierte en cómplices. Una plaza plural, donde las voces se unan sin confundirse, es la única respuesta posible ante la barbarie que avanza.
El tiempo apremia. En Gaza, la masacre continúa. Ucrania se ha convertido en un laboratorio de guerra permanente. Italia suministra armas, alberga bases, participa en la escalada. La UE se rearma con 800.000 millones. Frente a todo esto, las vacilaciones y el tacticismo causan daños y frustración en quienes trabajan por construir la movilización contra la guerra y el rearme.
Ni siquiera queremos imaginar dos manifestaciones el 21 de junio: sería un error histórico y un golpe a la movilización por la paz. Quienes hoy aplazan o interponen obstáculos infundados corren el riesgo de debilitar la única fuerza capaz de frenar la guerra: la voz popular que dice basta.
Creemos que es posible —y necesario— unir a todas las fuerzas que se oponen a esta deriva belicista. No hacen falta mediaciones eternas, sino voluntad política. No hacen falta protagonismos, sino capacidad de mirar más allá de los propios límites.
Por ello proponemos la apertura inmediata de una mesa formal y permanente de diálogo entre todas las fuerzas que se reconocen en el camino unitario del 21 de junio: un espacio donde las diferencias puedan coexistir, confrontarse y cooperar sin ser negadas, apuntando al objetivo común de construir una gran movilización popular que detenga el genocidio y se oponga a las políticas de muerte de la guerra y el rearme.
Hacemos un llamamiento para que cada persona, en la miríada de organizaciones —asociativas, sindicales, políticas— se haga promotora de esta unidad que, en la diversidad, abra el camino a un recorrido común, indispensable para una gran movilización popular.
La unidad no es una demanda ingenua, es una necesidad para dar fuerza al pueblo de la paz, cuya división significaría condenar al fracaso político el 21 de junio.
Firmantes:
[Lista dei firmatari come in originale]
FRANÇAIS
En vue du 21 juin, le Centre de recherche et d’élaboration pour la démocratie (CRED) promeut et relance l’appel ci-joint pour une manifestation unique et, dans la mesure du possible, unitaire contre la guerre et la remilitarisation.
APPEL
21 juin : unies contre la guerre et le génocide. Il faut du courage, pas des divisions.
On compte au moins 60 guerres dans le monde. Celles contre les Palestiniens de Gaza — où un génocide est en cours — et celle en Ukraine deviennent de plus en plus violentes, sans réelle possibilité d’y mettre fin. De nouvelles formes d’impérialisme, de racisme et de suprémacisme se répandent, avec elles une poussée à la remilitarisation qui nourrira d’autres guerres.
Il faut dire stop au réarmement et faire entendre la voix de celles et ceux qui veulent la paix et les droits humains. La mobilisation est nécessaire et urgente. La journée européenne du 21 juin peut marquer un tournant si de grandes manifestations unitaires envahissent les rues des villes pour faire résonner haut et fort le non à la guerre, non à la remilitarisation.
Plus de dix jours se sont écoulés depuis que, lors de l’assemblée du 24 mai, nous avons lancé un appel à l’unité pour la mobilisation du 21 juin, une date qui peut inaugurer une convergence large et populaire — associative, syndicale, politique — déterminée à lutter contre la guerre, le génocide et l’implication de l’Italie dans les politiques belliqueuses de l’OTAN et de l’UE.
Il faut qu’il y ait une seule manifestation le 21 juin, capable de rassembler des milliers de personnes aux sensibilités, idées et positions diverses, mais unies par la volonté de mettre fin aux guerres et de dire non au réarmement, qui détourne les ressources des biens et services sociaux.
Qu’attend-on pour organiser une rencontre entre toutes les forces engagées dans la préparation du 21 juin afin de construire ensemble le parcours de la manifestation ? Toutes et tous, militants et organisations, doivent faire un choix clair : mettre de côté les différences secondaires pour se concentrer sur ce qui compte vraiment. Ce n’est pas une question de logistique ou de communication, mais de courage et d’intelligence politique.
Aujourd’hui, l’unité ne naît pas de l’uniformité, mais de la capacité à reconnaître une urgence commune : arrêter la guerre, s’opposer au génocide, démanteler la machine militaire qui nous rend complices. Une place plurielle, où les voix s’unissent sans se confondre, est la seule réponse possible à la barbarie qui avance.
Le temps presse. À Gaza, le massacre continue. L’Ukraine est devenue un laboratoire de guerre permanente. L’Italie fournit des armes, héberge des bases, participe à l’escalade. L’UE se réarme à hauteur de 800 milliards. Face à cela, hésitations et tacticismes causent des dégâts et de la frustration chez celles et ceux qui œuvrent à la mobilisation contre la guerre et la remilitarisation.
Nous ne voulons même pas imaginer deux cortèges le 21 juin. Ce serait une erreur historique et un coup porté à la mobilisation pour la paix. Celles et ceux qui aujourd’hui retardent ou posent des obstacles prétextes risquent d’affaiblir la seule force capable de s’opposer à la guerre : la voix populaire de celles et ceux qui disent stop.
Nous croyons qu’il est possible — et nécessaire — d’unir toutes les forces qui s’opposent à cette dérive belliciste. Ce qu’il faut, ce n’est pas des médiations sans fin, mais une volonté politique. Pas de mise en avant individuelle, mais la capacité de dépasser son propre horizon.
Nous proposons donc l’ouverture immédiate d’une table formelle et permanente de confrontation entre toutes les forces se reconnaissant dans la démarche unitaire du 21 juin : un espace où les différences puissent coexister, dialoguer et coopérer sans être niées, dans le but commun de construire une grande mobilisation populaire pour arrêter le génocide et s’opposer aux politiques de mort de la guerre et de la remilitarisation.
Nous lançons un appel à toutes et tous, au sein de la multitude d’organisations — associatives, syndicales, politiques — pour qu’ils deviennent promoteurs de cette unité, qui dans la diversité, ouvre la voie à un chemin partagé, indispensable pour une grande mobilisation populaire.
L’unité n’est pas une demande naïve, c’est une nécessité pour donner de la force au peuple de la paix, dont la division condamnerait le 21 juin à l’échec politique.
Signataires :
[Liste des signataires identique à l’original]
РУССКИЙ
В преддверии 21 июня Центр исследований и разработок для демократии (CRED) продвигает и поддерживает прилагаемое обращение о проведении единой, по возможности общей манифестации против войны и наращивания вооружений.
ОБРАЩЕНИЕ
21 июня: объединиться против войны и геноцида. Нужна смелость, а не разобщённость.
В мире насчитывается не менее 60 войн. Войны против палестинцев в Газе, где совершается геноцид, и в Украине становятся всё более жестокими, без реальных перспектив на их окончание. Новые формы империализма, расизма и супрематизма укрепляются, а вместе с ними и волна милитаризации, которая приведёт к новым войнам.
Мы должны сказать «нет» гонке вооружений и донести голос тех, кто хочет мира и защиты прав человека. Мобилизация — это необходимость и долг. Европейский день 21 июня может стать поворотным моментом, если мощные единые шествия пройдут по улицам городов, громко заявляя: «нет войне, нет вооружениям».
Прошло более 10 дней с момента, как мы — на собрании 24 мая — призвали к единству ради мобилизации 21 июня. Эта дата может стать началом широкой и народной консолидации — ассоциативной, профсоюзной, политической — направленной на борьбу с войной, геноцидом и вовлечённостью Италии в милитаристскую политику НАТО и ЕС.
21 июня должна пройти одна общая манифестация, способная объединить тысячи людей с разными взглядами и чувствительностью, но единых в стремлении положить конец войнам и сказать «нет» милитаризации, которая отнимает ресурсы у производства социальных благ и услуг.
На что мы ждём? Нужно срочно организовать встречу всех сил, участвующих в подготовке 21 июня, чтобы согласовать совместный маршрут акции. Все — активисты и организации — должны сделать ясный выбор: отложить в сторону второстепенные разногласия и объединиться ради действительно важного. Это вопрос не логистики и не коммуникации, а политической смелости и ума.
Сегодня единство рождается не из единообразия, а из способности признать общую срочность: остановить войну, противостоять геноциду, демонтировать военную машину, делающую нас соучастниками. Многоголосая площадь, где голоса соединяются, не теряя своей индивидуальности, — единственный возможный ответ надвигающейся варварству.
Время поджимает. В Газе продолжается бойня. Украина стала лабораторией для перманентной войны. Италия поставляет оружие, размещает базы, участвует в эскалации, а ЕС выделяет 800 миллиардов на перевооружение. В этой ситуации колебания и тактические игры наносят вред и вызывают разочарование у тех, кто работает над мобилизацией против войны и милитаризации.
Мы даже не хотим представлять два шествия 21 июня — это было бы исторической ошибкой и ударом по движению за мир. Те, кто сегодня откладывает или ставит надуманные препятствия, рискуют ослабить единственную силу, способную остановить войну: голос народа, который говорит «хватит».
Мы верим, что объединение всех сил, выступающих против милитаристского курса, возможно — и необходимо. Не нужны бесконечные переговоры — нужна политическая воля. Не нужны амбиции отдельных лидеров — нужна способность смотреть шире своих интересов.
Поэтому мы предлагаем немедленно открыть постоянную и официальную площадку для диалога между всеми силами, которые признают важность объединённого пути 21 июня: пространство, где разногласия могут сосуществовать, обсуждаться и сотрудничать без подавления, ради общей цели — построения широкой народной мобилизации против геноцида, политики войны и наращивания вооружений.
Призываем всех — во множестве ассоциативных, профсоюзных, политических структур — стать инициаторами этого единства, которое, несмотря на различия, откроет путь к общему пути, необходимому для мощной народной мобилизации.
Единство — не наивная просьба, а необходимость, чтобы придать силу народу мира, разобщённость которого обречёт 21 июня на политический провал.
Подписали:
[Список подписавших — как в оригинале]
中文
为了迎接6月21日,民主研究与发展中心(CRED)推动并转发以下呼吁,号召组织一次统一的、尽可能团结的反对战争与军备扩张的示威活动。
呼吁
6月21日:团结起来,反对战争与种族灭绝。需要的是勇气,而不是分裂。
世界上至少有60场战争正在进行。其中,加沙地带对巴勒斯坦人的战争正在演变成种族灭绝,而乌克兰的战争也愈加残酷,几乎看不到和平的希望。新形式的帝国主义、种族主义和至上主义日益蔓延,军备竞赛也在不断升级,预示着新的战争将会到来。
我们必须说“不”——拒绝军备扩张,发出捍卫和平与人权的声音。行动是必要的,是每个人的责任。6月21日的“欧洲行动日”可以成为转折点,只要成千上万的民众走上街头,齐声呼喊“不要战争!不要军备!”
自5月24日大会以来,我们已发出联合呼吁,动员大家共同参与6月21日的示威。这一天可能成为各种力量——社会组织、工会、政党——广泛联合的起点,共同反对战争、反对种族灭绝、反对意大利卷入北约与欧盟的军事政策。
6月21日应当只有一次大型统一示威,能汇聚成千上万持有不同观点和立场的人,但大家有一个共同的目标:终结战争,拒绝将资源用于武器而非社会公共服务。我们还在等什么?为什么不立即召集一次筹备会议,让所有参与6月21日组织工作的力量聚集起来,协调统一行动?
每一个组织、每一位参与者都应做出明确选择:搁置次要分歧,集中在最核心的问题上。这不仅仅是后勤或宣传问题,而是政治勇气与智慧的考验。
当今的团结并不意味着思想一致,而是能够共同认识到一个迫切的现实:停止战争、反对种族灭绝、拆除让我们成为帮凶的军事机器。一个多元的广场,让各方声音汇聚而不被吞没,才是对野蛮最有力的回应。
时间紧迫。加沙的屠杀仍在继续,乌克兰已成为一场永无止境的战争实验场。意大利在供武、提供军事基地、参与升级冲突方面角色明显,而欧盟则拨款8000亿用于重整军备。在这样的背景下,犹豫与策略游戏只会挫伤那些投身于反战与反军备运动的人的积极性。
我们甚至不愿设想6月21日有两个队伍游行——这将是历史性错误,重创和平与反军备的动员。任何此刻阻挠或拖延统一进程的人,都可能削弱唯一真正能制止战争的力量:人民说“不”的呼声。
我们相信,所有反对战争与军国主义的人可以——也必须——团结起来。不是靠无休止的妥协,而靠政治意愿。不是靠自我表演,而靠超越自身利益的眼光。
因此,我们提议立即成立一个正式且常设的协调平台,汇聚所有认同6月21日统一路径的力量。这应是一个不同意见能够共存、对话与合作的空间,目标是建立一场强大有力的人民动员,制止种族灭绝,反对战争与军备的死亡政策。
我们呼吁,各类组织——无论是社会组织、工会还是政党——都要在自己内部积极推动团结,尽管我们存在差异,但唯有走向共同行动,才能发动一场真正的人民动员。
团结不是天真的梦想,而是和平人民力量的必要保障。若我们分裂,6月21日将注定失败。
签署人:
Giovanni Russo Spena
Michela Arricale
Franco Russo
Marina Boscaino
Tonia Guerra
Francesca Perri
Walter Tucci
Patrick Boylan
Sandro Togliatti
Ezio Locatelli
Antonello Patta
Daniela Alessandri
Loredana Fraleone
Roberto Villani
Sandro Targetti
Paolo Ferrero
العربية
في إطار التحضير ليوم 21 يونيو، يروّج مركز البحث والتفكير من أجل الديمقراطية (CRED) ويدعم النداء المرفق من أجل تنظيم تظاهرة واحدة وموحدة قدر الإمكان ضد الحرب وإعادة التسلح.
نداء
21 يونيو: متحدون ضد الحرب والإبادة الجماعية. نحن بحاجة إلى الشجاعة، لا إلى الانقسامات.
تشهد أنحاء متفرقة من العالم ما لا يقل عن 60 حرباً، وتزداد الحربان على الفلسطينيين في غزة — حيث تُرتكب إبادة جماعية — وفي أوكرانيا، شراسة دون أي أفق حقيقي لوضع حد لهما. تظهر أشكال جديدة من الإمبريالية والعنصرية والتفوقية، وتدفع جميعها نحو سباق تسلح سيؤدي إلى المزيد من الحروب.
علينا أن نقول كفى للتسلح، وأن نجعل صوت دعاة السلام وحقوق الإنسان يُسمع. من الضروري بل ومن الواجب التعبئة. يمكن أن يشكل يوم 21 يونيو الأوروبي منعطفًا مهمًا إذا ما خرجت مظاهرات موحدة ضخمة في شوارع المدن، تردد بقوة: لا للتسلح، لا للحرب.
لقد مضى أكثر من عشرة أيام على إطلاقنا – منذ اجتماع 24 مايو – نداءً من أجل وحدة التعبئة ليوم 21 يونيو، وهو تاريخ يمكن أن يمثل انطلاقة لتقارب واسع بين القوى الجمعوية والنقابية والسياسية، مصمّمة على النضال ضد الحرب والإبادة الجماعية، وضد تورّط إيطاليا في السياسات الحربية لحلف الناتو والاتحاد الأوروبي.
من الضروري أن تكون هناك تظاهرة واحدة في 21 يونيو، قادرة على جمع آلاف وآلاف الأشخاص ذوي الحساسيات والأفكار والمواقف المختلفة، لكنهم متحدون في إرادتهم إنهاء الحروب ورفض إعادة التسلح التي تستنزف الموارد المخصصة للإنتاج والخدمات الاجتماعية.
فما الذي ننتظره لتنظيم لقاء بين كل القوى المنخرطة في التحضير ليوم 21 يونيو من أجل تنظيم المسار الموحد للتظاهرة؟
على الجميع، من مناضلين ومنظمات، اتخاذ قرار واضح: ترك الخلافات الثانوية جانباً والتقارب حول ما هو جوهري بالفعل. المسألة ليست لوجستية أو تواصلية، بل هي مسألة شجاعة وذكاء سياسي.
الوحدة اليوم لا تولد من التشابه، بل من القدرة على إدراك الحاجة الملحة المشتركة: وقف الحرب، معارضة الإبادة الجماعية، تفكيك آلة الحرب التي تجعلنا شركاء في الجريمة. ساحة تعددية، تتحد فيها الأصوات دون أن تذوب، هي الرد الوحيد الممكن على الهمجية الزاحفة.
الوقت يداهمنا. في غزة، المجازر مستمرة. أوكرانيا أصبحت مختبراً لحرب دائمة. إيطاليا توفّر السلاح، تستضيف القواعد، وتشارك في التصعيد، بينما يعيد الاتحاد الأوروبي تسليحه برصد 800 مليار يورو. أمام هذا الواقع، فإن التردد والمناورات التكتيكية تسبب الأذى والإحباط لدى من يعملون على تعبئة ضد الحرب والتسلح.
لا نريد حتى أن نتخيل وجود مسيرتين منفصلتين في 21 يونيو، فهذا سيكون خطأً تاريخياً وضربة قوية لتحرك السلام وضد إعادة التسلح. من يؤجل اليوم أو يضع العراقيل الواهية، يهدد بإضعاف القوة الوحيدة القادرة على مواجهة الحرب: صوت الشعوب الرافضة.
نحن نؤمن بإمكانية – بل وبضرورة – توحيد كل القوى المعارضة لهذا الانجراف نحو العسكرة. لسنا بحاجة إلى وساطات لا تنتهي، بل إلى إرادة سياسية. لسنا بحاجة إلى نزعات فردية، بل إلى نظرة تتجاوز الأفق الضيق للمصالح الذاتية.
لهذا نقترح فتح طاولة حوار رسمية ودائمة فوراً، تجمع كل القوى المؤمنة بمسار الوحدة في 21 يونيو: فضاء يمكن فيه للاختلافات أن تتعايش، تتحاور وتتعاون دون إنكار، بهدف مشترك هو بناء تعبئة شعبية واسعة لوقف الإبادة الجماعية ومعارضة سياسات الموت التي تمثلها الحرب والتسلح.
نوجّه نداءً إلى كل فرد وكل هيئة — من جمعيات ونقابات وأحزاب — ليبادر إلى دعم هذه الوحدة، التي رغم تنوعها، تفتح الطريق نحو مسار مشترك ضروري لحشد شعبي واسع.
الوحدة ليست مطلبًا ساذجًا، بل ضرورة لتمكين شعب السلام، لأن الانقسام يعني الحكم على 21 يونيو بالفشل السياسي.
الموقّعون/الموقّعات:
جيوفاني روسّو سبينا
ميكيلا أريكالي
فرانكو روسّو
مارينا بوسكايينو
تونيا غويرّا
فرانشيسكا بيري
فالتر توتشي
باتريك بويلان
ساندرو تولياتّي
إيتسيو لوكاتيلّي
أنتونيلو باتا
دانييلا أليساندري
لوريدانا فراليوني
روبرتو فيلاني
ساندرو تارغيتي
باولو فيرّيرو